Come terraTERRA dopo un momento di shock iniziale come tutte e tutti voi immaginiamo, sentiamo l’esigenza di dire la nostra su ciò che sta accadendo.
Le responsabilità dello stato sono ormai evidenti rispetto al mancato controllo di una epidemia annunciata e la connivenza dei media ha creato un terrore cieco che ha provato a tramutare, come spesso avviene, in lotta ai poveri e fra i poveri, senza organizzare la salute pubblica in modo da non sfruttare medici e infermieri per fronteggiare questa minaccia. Colpevoli perché memori di anni di tagli e privatizzazioni.
I risultati purtroppo ancora non sono sotto gli occhi di tutti e tutte, il peggio deve ancora arrivare. Il prolungarsi di questo periodo di isolamento avrà svariate ripercussioni per chi è vittima di violenze domestiche, per chi soffre di patologie psichiche, per chi ha bisogno di fare attività fisica, … dopo questo periodo di isolamento ci aspetta l’ignoto.
L’onda repressiva in atto peggiora un apparato legalista che già rendeva a noi contadini la vita quasi impossibile.
La situazione, dopo oltre un mese senza mercati contadini è insostenibile, come tutte/i non possiamo uscire dal comune di residenza/domicilio. Molti di noi sono produttori di fatto, se “prima” era complesso sbarcare in città, adesso è impossibile.
Siamo piccoli produttori, alcuni senza partita iva e in questi anni abbiamo conferito a molti e molte di voi il surplus della nostra produzione. Ora ci troviamo ad avere prodotti, soprattutto fresco, che vanno a male e abitiamo e produciamo lontano da Roma.
Dalle campagne alla città vorremmo esprimere la nostra solidarietà nella speranza che questa situazione ci faccia riflettere sulle rassicurazioni della GDO, con le file per comprare cibo al supermercato rendendo difficile approvvigionarsi in altra maniera, e sui limiti della metropoli, anche noi per completare la nostra alimentazione rispetto alle produzioni, stiamo incontrando grandi difficoltà. La repressione é forte e le scorte economiche stanno finendo.
Abbiamo volutamente usato il NOI e VOI, per rimarcare l’isolamento che stiamo vivendo, la separatezza tra città e campagna in questo momento si fa ancora più evidente. Contemporaneamente, queste note sono state prodotte dall’insieme rurale ed artigiano di tT, comunicante ma isolato anch’esso. Ed in questo siamo uniti/e. Come siamo uniti, pensiamo, dalla comune volontà di superare questa fase, di rimettere al centro del nostro agire l’autogestione, la solidarietà, il mutuo aiuto, la rottura dei ruoli. Superare e distruggere, quindi, le separazioni proprie di questa nostra epoca.
Vogliamo vedervi, vorremmo portare i nostri prodotti, se e quando vorrete siamo qui per organizzarci.
terraterra@forteprenestino.net
Anche io coltivo e mi sono preso subito la denuncia dei carabinieri per il corona virus perche’ coltivo e curo il bosco a 300 metri dalla mia residenza sulle montagne. Ho problemi all’ approvigionamento delle sementi. Ed e’ chiaro che sotto c’e’ il new world order rappresentato da ogni singolo fascistello e lobotomizzato dal sistema. Leggi ” oxigen” mio progetto street-art qrcodedynamics su http://www.qrcododynamics.cloud.