In queste pagine troverete la spiegazione di termini a noi cari o che ricorrono nelle nostre conversazioni o che trovate nelle certificazioni presenti sui nostri banchi. Il gruppo di lavoro che si è impegnato in questa ricerca ha pensato insieme al connettivo che tale documentazione poteva essere utile sia al consumatore, sia a tutti noi per prendere meglio coscienza di quello che è il nostro lavoro.
I produttori e gli artigiani terra/TERRA
AGRICOLTURA BIOLOGICA. Si tratta dell’ agricoltura naturale certificata ufficialmente. Questa ufficializzazione purtroppo converge nell’appiattimento di quelle differenze di interpretazione del concetto di “naturale” esposte successivamente. Ad occuparsi di tale certificazione, inoltre, non sono gli stessi produttori ma Enti esterni, sotto compenso degli stessi produttori, un meccanismo questo, che conduce facilmente, a fenomeni di corruzione.
AGRICOLTURA CONVENZIONALE. Metodo di coltivazione basato sulla maggior resa e sul minor utilizzo di manodopera possibili. Per il raggiungimento di questi obiettivi attua monocolture intensive, ricorre ad un’ampia meccanizzazione e ad un uso massiccio di produttori chimici (diserbanti, pesticidi, fertilizzanti, fitofarmaci).
AGRICOLTURA NATURALE. L’agricoltura, di per se, non è “naturale”, poiché consiste nell’intervento dell’ uomo sulla natura affinché questa generi sufficiente disponibilità di frutti al fabbisogno alimentare dell’uomo stesso. Si può però definire un’ agricoltura di tipo naturale, quella che considera l’intero ecosistema agricolo, ne promuove la biodiversità e ne sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con “interventi meno invasivi possibile”. Il concetto molto variabile, difatti può spaziare dall’ “agricoltura naturale” secondo Fukuoka, per il quale il lavoro dell’agricoltore si limita alla semina e al raccolto, fino all’”agricoltura biologica ufficiale”, che addirittura ammette interventi chimici in alcuni casi.
MONOCOLTURA INTENSIVA Coltivazione di un’unica specie di piante erbacee, o arboree, sul medesimo appezzamento di terreno, messa in atto per un periodo di tempo prolungato. Il nostro approccio all’agricoltura rifugge questo tipo di colture perché causa il progressivo depauperamento della fertilità del suolo, il conseguente aumento della potenza dei prodotti chimici utilizzati e l’inevitabile impoverimento della fondamentale biodiversità dei cibi che vengono prodotti.
ECO-COMPATIBILE. Concetto che si attiene alle esigenze di compatibilità di tutela ambientale circostante. Per Eco-compatibile s’intende la salvaguardia dell’ambiente tramite limitazione o eliminazione di conseguenze negative, nell’industria delle lavorazioni per ridurre o eliminare fattori nocivi. Da non confondere con biocompatibilità perché quest’ultima parola significa evitare un effetto dannoso e non ridurlo.
PRODUTTORE. Chi esercita in prima persona la coltivazione della terra, l’allevamento di animali e le attività connesse. La definizione non ha necessariamente a che vedere con l’aspetto imprenditoriale ed economico ma si riferisce piuttosto alla produzione primaria di beni.
PRODUTTORE DI FATTO Chi lavora la terra per il proprio sostentamento e non ne ricava perciò un reddito intero, ma avendo occasionalmente una eccedenza di prodotti oltre il proprio fabbisogno rivendica il diritto ad accedere liberamente ai mercati senza per questo diventare persona giuridica (azienda, Partita Iva, bracciante ecc)
TRASFORMATORE. Chi rielabora i prodotti primari della terra, al fine di estrarne una sostanza (ad es. l’ olio dalle olive) oppure per permetterne la conservazione (ad es. le marmellate), trasformandoli in qualcosa di sostanzialmente diverso dal prodotto di partenza. Si presuppone che il trasformatore utilizzi i prodotti del suo stesso lavoro.
TRASFORMATORE PURO. Chi si occupa soltanto della rielaborazione dell’alimento ma non della produzione della materia prima (ad es. chi fa marmellate senza curare gli alberi ne raccogliere la frutta).
ARTIGIANATO. Tutto ciò che, attraverso l’ elaborazione manuale e utilizzo di semplici attrezzi, trasforma la materia per creare oggetti di qualità, con caratteristiche uniche e che servono sia per l’uso quotidiano che per la cura personale (intendendo vestiario e gioielli). L’ artigianato è anche un importantissimo veicolo per la trasmissione delle tradizioni di un popolo ed è responsabile di riflessioni identitarie.
AUTOCERTIFICAZIONE: L’autocertificazione rende visibili le responsabilità di ogni produttore e commerciante, permettendo e imponendo di dichiarare, assumendosene la responsabilità, tutte le modalità dei processi produttivi e la provenienza della materia prima. Ciò non impedisce alle istituzioni preposte di svolgere la funzione di enti di controllo.
AUTOCERTIFICAZIONE PARTECIPATA: Sistema di garanzia che aggiunge all’autocertificazione la conoscenza diretta dei produttori direttamente nel loro luogo di lavoro, da parte di altri produttori per creare scambi di conoscenze e da parte dei cittadini per avvicinarsi al lavoro del produttore con gli occhi della città.
BRACCIANTE. Chi non possedendo la terra è costretto a vendere le proprie braccia e il proprio tempo a chi la terra la possiede, spesso ingaggiato a nero: sottopagato, senza assicurazione infortunistica, senza retribuzione per ferie e malattia.
CONSUMATORE. Colui che beneficia di beni senza produrli, in cambio di denaro o oggetto di scambio. Intessendo una relazione di interdipendenza reciproca col produttore, possiede nei suoi confronti una serie sia di diritti che di doveri.
CONSUMO CRITICO. Capacità dei consumatori di scegliere i prodotti in base ai propri criteri di valutazione e non a quelli imposti dal mercato o la pubblicità, esigendo in tal modo la correttezza e il rispetto dell’ uomo e della natura nei processi di produzione.
GAS. Dalla sigla Gruppo d’Acquisto Solidale. Indica l’ unione di persone interessate all’ acquisto collettivo di prodotti di uso comune. Basati sul consumo critico, i GAS creano alleanze fra produttori e consumatori, generando consapevolezza del “cosa c’ é dietro” i prodotti che si consumano, e cercano anche di ristabilire relazioni sociali nell’azione quotidiana della spesa.
PREZZO SORGENTE. Permette di evidenziare in etichetta il primo prezzo, quello che il produttore pratica al momento di vendere i propri prodotti, per rendere visibili tutti i ricarichi del prezzo al consumo e costituire una forte sollecitazione alla costruzione di filiere corte. Le filiere corte più che essere pubblicizzate vanno praticate direttamente dai produttori e dai consumatori non solo nei luoghi di produzione, ma soprattutto nelle città. Se gli acquirenti di qualsiasi prodotto conoscessero il prezzo praticato dal produttore, avrebbero la possibilità di conoscere quanto potrebbero risparmiare se lo comprassero alla fonte e potrebbero inoltre chiedere ragione dei ricarichi. Il Prezzo sorgente può applicarsi regolarmente in qualsiasi ambito produttivo, ma naturalmente è osteggiato dalle reti distributive. Pertanto per aggirare i grandi interessi contrari all’applicazione del prezzo sorgente si è pensato di renderlo obbligatorio. Ha la funzione di creare un rapporto fiduciario tra produttori e consumatori e fa parte di una più estesa proposta che prevede la massima tracciabilità dei prodotti e dei prezzi. E’ interesse dei produttori e dei consumatori rendere possibile la praticabilità del prezzo sorgente senza delegarla a nessuna istituzione o a qualche simbolo Stato. La pratica del prezzo sorgente palesa un conflitto ancora embrionale tra grandi catene commerciali e reti di coproduzione. Questo conflitto è giusto che si manifesti nella realtà delle relazioni sociali ed è ingenuo e altamente improbabile che possa venire assunto o risolto dagli stati.
SCONTRINO ETICO. Lo scontrino etico è un volantino che nei nostri mercati, viene consegnato al consumatore insieme all’acquisto. Ha ben poco a che vedere con lo scontrino fiscale. Per il consumatore si tratta anzitutto di una garanzia di maggiore qualità ma è anche e soprattutto il simbolo del sostegno del consumatore nei riguardi dei contadini ed artigiani che praticano modalità di produzione eco-compatibili per l’uomo e l’ambiente. Lo scontrino etico è testimonianza per il prodotto acquistato non solo del suo valore intrinseco, ma anche del suo altissimo valore sociale.
GENUINO CLANDESTINO. Nasce nel 2010 come “Campagna per la libera trasformazione dei prodotti agricoli”, in opposizione alle norme che, equiparando la trasformazione domestica dei prodotti contadini a quella industriale, impediscono ai piccolissimi produttori di trasformare e vendere le eccedenze.
Ad oggi questa campagna si è largamente evoluta, trasformandosi in una RETE nazionale di piccole REALTA’ LOCALI IN LOTTA PER LA SOVRANITA’ ALIMENTARE DEI TERRITORI, attraverso:
– sistemi di economia locale A FILIERA CORTA, che riconnettano SENZA INTERMEDIARI i consumatori critici in città ai produttori delle campagne circostanti (Mercati di vendita diretta e GAS)
– sostegno e diffusione del patrimonio Agroalimentare e di pratiche contadine ecocompatibili
– sperimentazione di forme autogestite di garanzia sui metodi di produzione, al di là delle certificazioni ufficiali praticate da enti esterni (CERTIFICAZIONI PARTECIPATE)
– percorsi pratici di “accesso alla terra” che rivendichino la TERRA quale “BENE COMUNE”, nel rispetto dell’ AUTODETERMINAZIONE delle comunità che la abitano
– riconnessione tra movimenti urbani e movimenti rurali di salvaguardia di territori.